venerdì 1 aprile 2011

Queste sono le proposte del Pd sull'immigrazione



Immigrazione: piano del PD per emergenza

Accordi con la Tunisia. Applicazione della direttiva 55 dell'UE. Abbandonare la strategia delle tendopoli e gestire l'accoglienza con Regioni, Enti locali, associazioni di volontariato e Protezione civile

pubblicato il 1 aprile 2011 , 210 letture
Di fronte all’emergenza immigrazione, per incapacità e per esigenze strumentali, il governo ha creato uno stato di confusione e di sbandamento creando tensioni mai viste neppure in situazioni più difficili di questa, che pure il nostro Paese ha saputo affrontare, come nel caso del Kosovo, quando si registrarono circa 50mila arrivi. 
Assumendosi le sue responsabilità di fronte al Paese, il Partito Democratico presenta le sue proposte per uscire finalmente da una situazione insostenibile e affrontare l’emergenza. 
Innanzitutto, impegniamo il governo a ottenere un accordo con la Tunisia, che preveda in particolare uno stop agli arrivi oltreché una gestione programmata dei rientri.
Secondo, chiediamo l’applicazione dell’articolo 20 del decreto legislativo 286 del 1998 (Misure straordinarie di accoglienza per eventi eccezionali), così da ottenere dall’Unione europea l’applicazione della direttiva 55 del 2001 relativa alla concessione della protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati e alla cooperazione in ambito comunitario, recepita dal decreto legislativo n.85 del 2003, che rende quindi possibile la circolazione europea e il tempo necessario per organizzare le operazioni di rimpatrio evitando problemi rilevanti di allarme sociale. Si tratta di una scelta ineludibile per garantire la sicurezza e dare certezza a tutto il percorso.
Terzo, sulla base dei precedenti punti, chiediamo al governo di abbandonare la strategia delle tendopoli che stanno già creando tensioni ingestibili. In accordo con le Regioni, gli Enti locali e in collaborazione con le associazioni di volontariato e la Protezione civile, si organizzi l’accoglienza in modo diffuso sul territorio.Il Partito Democratico, in tutti i suoi luoghi di responsabilità, è pronto
sulla base di questo piano a un impegno convinto per uscire dall’emergenza. 
Ciò presuppone una radicale correzione da parte del governo dell’impostazione assunta fin qui. In assenza di questa correzione, il governo si assumerà pienamente una grave responsabilità.
Infine, il Partito Democratico esprime una vivissima preoccupazione per la totale assenza del governo sullo scenario del Mediterraneo, che è di fronte a una evoluzione i cui effetti non sono ancora prevedibili. L’Italia chieda la convocazione urgente di una Conferenza sul Mediterraneo per determinare una visione comune e comuni linee di intervento.

  



GIUSTIZIA. VINCE LA TENACIA DEL PD. CAPORETTO DELLA DESTRA. E LA
BATTAGLIA CONTINUA IN PARLAMENTO E NELLE PIAZZE. PROSSIMA
SETTIMANA DECISIVA. BERLUSCONI RIPROVA A SVIARE L’ATTENZIONE DA
PROCESSI E NORME CON IL TRUCCO CON UN ALTRO SHOW: A TUNISI.


La tenacia e la fermezza del Partito democratico, dentro e fuori al Parlamento, hanno permesso
alle opposizioni di sconfiggere il tentativo di approvare in fretta e furia una leggina sulla
prescrizione breve che avrebbe messo Silvio Berlusconi al riparo dalla condanna per corruzione
nel processo Mills. Per la destra, che ha dimostrato incapacità tattica e di tenuta, i due giorni di
dibattito alla Camera, con intemperanze, insulti e nervosismi, sono stati una Caporetto. Ma la
partita non è finita. La prossima settimana riprende il dibattito sul processo breve (compresa la
prescrizione breve) e si dovrà votare anche per il conflitto di attribuzione, cioè per sollevare o
no presso la Corte Costituzionale il problema di trasferire il processo per concussione e
prostituzione minorile nei confronti di Berlusconi dal tribunale di Milano al tribunale dei
ministri. Lunedì (giorno in cui il presidente del Consiglio aveva promesso che sarebbe tornato
in tribunale per il processo per evasione fiscale Mediatrade) Berlusconi si recherà a Tunisi per
parlare di immigrazione. Si prevede un altro show mediatico per coprire di fronte all’opinione
pubblica i processi e la discussione parlamentare sulle leggi ad personam.
La Repubblica: “Bersani indica la via della «piazza e del Parlamento». «Dobbiamo stare in tutti
e due i luoghi. Combatteremo alla Camera anche martedì sul conflitto di attribuzione per il
processo Ruby. Prepariamo le notti bianche 1`8 aprile su scuola e democrazia. A Napoli,
Torino, Milano e Bologna». E Bersani spedisce una lettera a Casini e Di Pietro per un`azione
comune della minoranza sui tg Rai: monitoraggio costante per denunciare omissioni e censure.
La replica dell` Udc e dell`Idv è positiva. «Aderiamo», dice il centrista Roberto Rao.
L`opposizione prova a marciare unita”.
Rosy Bindi: “Il rinvio alla prossima settimana del processo breve è una sonora sconfitta
dell'arroganza di questo governo e questa maggioranza. E' stata premiata la determinazione
delle opposizioni e la fermezza della battaglia condotta dal Pd nell'aula di Montecitorio e con la
mobilitazione dei cittadini in difesa della Costituzione e della legalità. La nostra battaglia
continuerà, noi non ci fermiamo e non ci saranno più settimane ordinarie di lavori
parlamentari”.
Unità. Intervista a Dario Franceschini, presidente del gruppo parlamentare del Pd alla Camera.
“Una sconfitta totale della maggioranza, una resa incondizionata. Dopo due giorni di
fuoco sono stati costretti a rinviare la prescrizione breve. Sono riusciti solo a dimostrare una
volta di più qual è la loro vera priorità: Berlusconi e i suoi processi. I problemi del Paese
vengono dopo». Dario Franceschini, presidente dei deputati Pd, risponde a l`Unità appena
uscito dal Quirinale, dove è stato ricevuto dal presidente Napolitano insieme alla collega Anna
Finocchiaro. Cosa insegna questa due giorni di battaglia parlamentare rispetto al come fare
opposizione? E una fase che richiede un di più di intransigenza? «Non è una fase che richiede
modalità diverse: un grande partito deve costantemente tenere insieme una
parte propositiva e una di contrasto duro quando si vedono abusi totali come quelli di questi
giorni: di fronte a tali violazioni delle regole l`opposizione deve diventare intransigente,
senza timore che questo annacqui il messaggio riformista. E questo produce risultati: dopo
due giorni di "fuoco" da parte nostra, ieri hanno rinviato le norme sulla prescrizione di cui solo
mercoledì era stato chiesta con un voto l`anticipazione. Hanno gettato il Parlamento
nel caos, dando al Paese l`immagine di una maggioranza che in cima a tutto mette i processi di
Berlusconi: dal conflitto di attribuzione sul caso Ruby fino alla prescrizione. Se c`è tempo poi
viene tutto il resto». Nel Pd si è chiuso il dibattito sull`Aventino, cioè l`idea di abbandonare i
lavori del Parlamento? «È chiuso. Capisco che possa avere un effetto evocativo, ma di
Aventino nella storia italiana ce n`è già stato uno, e mi pare che sia bastato. Da li è partito il
Ventennio fascista. Questi due giorni hanno dimostrato che l`opposizione deve stare in aula,
quando c`è lo scontro non si abbandonano i posti di combattimento. E
se l`opposizione combatte tutta unita, dall`Idv fino a Fli, i risultati arrivano. Se ce ne fossimo
andati, Pdl e Lega avrebbero approvato la prescrizione breve in un`ora e mezzo. Finché io sarò
capogruppo, il Pd starà in aula a combattere, usando tutti gli strumenti previsti dal
regolamento». Esclude anche l`ipotesi di dimissioni di massa? «È un altro argomento evocativo,
ma non abbiamo nessuna intenzione di lasciare campo libero a Berlusconi. Non scherziamo, e
poi se ci dimettessimo subentrerebbero i non eletti. Siamo stati votati per fare opposizione, non
bisogna farsi trascinare da ondate emotive. Di fronte ai rischi che corre la democrazia c`è
bisogno sia del nostro lavoro in Aula sia di una mobilitazione civile e pacifica nel Paese. Non
sono alternative, sono complementari». Oggi nel Pd è riaffiorata l`idea che con questi numeri il
governo non finirà la legislatura...
«Lo diciamo dal 14 dicembre: hanno una maggioranza in grado di reggere solo sui "grandi
eventi", e cioè voti di fiducia e leggi ad personam. Su tutto il resto non sono in grado di
garantire la presenza in aula dei membri del governo. Così condannano il Parlamento alla
paralisi, non hanno più i numeri per affrontare i problemi del Paese». Si è discusso spesso delle
presenze in aula dell`opposizione. A volte le assenze hanno salvato il governo... «Il nostro
gruppo ha il record delle presenze, con una media oltre il 95%. Poi ci sono le malattie, o
gli eventi imprevedibili. Ma sono orgoglioso di come si comportano i miei deputati. Nella
maggioranza invece hanno i nervi a fior di pelle perché hanno capito che non ce le fanno a
governare: mercoledì il ministro della Difesa che insulta il presidente della Camera e
l`opposizione, ieri il ministro della Giustizia che scaglia il tesserino contro i
banchi dell`opposizione...». Torna a tirare aria di elezioni? «Non dobbiamo ricominciare a
parlare di alleanze. Per il momento basta che le opposizioni si muovano insieme in Parlamento
e comincino a fare anche delle iniziative comuni nel Paese, coinvolgendo
anche chi sta fuori dal Parlamento come Sel. A Cortona ho parlato di "Patto delle
opposizioni": di fronte ai rischi corre la democrazia deve prevalere l`idea che siamo
in emergenza democratica. Cosa deve succedere ancora prima che ce ne accorgiamo? Quali altri
abusi? Di fronte a un`emergenza, anche degli avversari, che forse torneranno ad esserlo, devono
costruire un percorso comune». Oggi pomeriggio (ieri, ndr) la Lega è sembrata andare per conto
suo sull`ordine del giorno della Camera. Ha colto segni di "sganciamento"
dal Pdl? «Nessuno sganciamento. Nelle vicende fondamentali si dimostrano sempre servitori
fedeli del Capo. Erano tutti in aula, compreso Bossi, a votare per una legge che non influisce
solo sui processi di Berlusconi, ma sui reati comuni. Un incensurato che commette una rapina,
un furto o una violenza carnale avrà uno "sconto" sulla prescrizione. Alla faccia della sicurezza
di cui si riempiono la bocca...». Fine del dialogo sul federalismo fiscale? «Su quel tema
continuerà il nostro lavoro di merito per migliorare i decreti o almeno contenere il danno. Sono
regole che riguardano il futuro del sistema Paese, non ci possiamo sottrarre».




NAPOLITANO RICHIAMA IL PARLAMENTO. IL PDL VA IN FIBRILLAZIONE
PER LE GUERRE INTERNE. BOSSI SCAMBIA IL SOSTEGNO ALLE LEGGI
SALVA-BERLUSCONI CON LA POSSIBILITA’ DI METTERE LE MANI SU
FINMECCANICA, ENEL & CO. E CASINI NON ESCLUDE CHE A GIUGNO…


Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha chiamato i capigruppo parlamentari per sollecitare il ritorno a comportamenti più rigorosi in Parlamento.
Il Pdl intanto sta andando in fibrillazione. Il gruppo dei deputati e dei senatori vicini all’ex
ministro Scajola è pronto a dare battaglia per far cadere il ministro Ignazio La Russa e scalzare
le posizioni conquistate dagli ex An. I cosiddetti responsabili sono in tensione perché non hanno
avuto tutto quello che speravano dal sostegno al governo.
La situazione della maggioranza non è stabile, al punto che Pierferdinando Casini, leader
dell’Udc, comincia a intravedere qualche crepa. Il Corriere della Sera. Intervista a Casini:
«Sulla giustizia c`è una questione di serietà. Berlusconi aveva detto a tutti, compreso il capo
dello Stato, che si sarebbe difeso nei processi, che avrebbe affrontato la riforma costituzionale,
poi non passano dieci minuti e ritornano alla carica con le norme ad personam. C`è un disagio
fortissimo di tutti su questo». Di tutti, in che senso? «Anche nello stesso partito di Berlusconi.
Ormai, il Pdl è come il partito comunista polacco dopo la caduta del Muro di Berlino: non
sanno vedere un nuovo equilibrio, ma non riescono più a difendere il vecchio». Lei dice che
così non si può più andare avanti: ci sarebbero i tempi per sciogliere le Camere e andare a
votare già prima dell`estate? «I tempi tecnici ci sono».
La Lega invece sta cercando di incassare dal sostegno alle leggi vergogna, più che la bandiera
del federalismo, poltrone nelle aziende a partecipazione statale. Da Mf: ”...da parte lumbard è
stata avanzata una richiesta che ha lasciato stupiti gli uomini del Tesoro. La domanda avrebbe
riguardato la possibilità di cambiare gli statuti delle società sotto rinnovo, per aumentare il
numero dei consiglieri e, soprattutto, le vicepresidenze….Il Senatur, come si diceva, vuole
un amministratore delegato e ora che della partita non sembra più far parte Massimo Ponzellini,
riconfermato nelle liste per il cda d`Impregilo, il cavallo su cui puntano i lumbard è
Giuseppe Orsi, attuale ad di AgustaWestland, che il Carroccio vorrebbe alla guida della
controllante Finmeccanica ….Per far digerire alla Lega una poltrona sì operativa, ma in
condominio, potrebbero essere messa sul tavolo almeno una presidenza di peso, visto che gli
amministratori delegati di Enel (Fulvio Conti), di Eni (Paolo Scaroni) e Tema (Flavio
Cattaneo) verranno confermati in blocco. Il Carroccio ha una candidato per ognuna delle tre
società, all`Enel corre l`ex sindaco di Busto Arsizio Gianfranco Tosi, che siede nel cda del
gruppo elettrico dal 2002. Per l`Eni c`è in pista Andrea Colombo, già presidente del collegio
sindacale, dal 2008 consigliere del Cane a sei zampe (come anche di Mediaset, Interbanca e
Ceresio sim). Per Terna, invece, il candidato è l`attuale sottosegretario alle Infrastrutture ed ex
ministro della Giustizia, Roberto Castelli”.



DISASTRO IMMIGRAZIONE. DERAGLIA L’OPERAZIONE PAURA. MARONI NON
RIESCE A GESTIRE L’EMERGENZA: COMANDA MA LE REGIONI SI
IMPUNTANO E FANNO PIANI ALTERNATIVI.


L’incapacità del governo ad affrontare davvero l’emergenza immigrazione è evidente. “Quando
ci fu la crisi del Kosovo arrivarono 30 mila immigrati e nessuno vide le scene terribili che
stiamo vedendo in questi giorni” ha detto ieri il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. “Se
vogliono fare sul serio, siamo disponibili a collaborare. Se al contrario vogliono fare solo
propaganda, il governo se la sbrighi da solo”.
Il governo ha di fatto deciso senza consultarsi con le regioni la ripartizione di tutti gli immigrati
(mentre l’accordo con i governatori riguardava solo i rifugiati). Un’operazione di imposizione e
comando, più che di governo. Dalla Toscana è arrivato uno schiaffo morale e di dimostrazione
di capacità organizzativa: “Pronti ad accogliere gli immigrati previsti, ma dove e come
distribuirli lo decidiamo noi, certo non tutti concentrati dentro un campo con la doppia
recinzione”.


TREMONTI FA RINASCERE LE PARTECIPAZIONI STATALI CON LA SCUSA DI
SALVARE PARMALAT. PERO’ SULLA POLITICA INDUSTRIALE IL GOVERNO
NON E’ IN GRADO DI DIRE UNA PAROLA.


Con la scusa di salvare Parmalat, il ministro dell’Economia mette in campo la Cassa Depositi e
prestiti, controllata dal Tesoro e dalle fondazioni bancarie. Di fatto, si sta dando luogo a una
riedizione dell’Iri, l’Istituto per la ricostruzione industriale, nato dalle crisi bancarie degli anni
30 e che è stato l’emblema delle partecipazioni statali per tutto il dopoguerra, fino alle
privatizzazioni. Un modo sbagliato di affrontare il problema, da parte di un governo che non è
in grado di avere una politica industriale.




PACCO BOMBA. UNA MALEDIZIONE ITALIANA: APPENA LA SITUAZIONE
POLITICA SI RIMETTE IN MOVIMENTO, ARRIVANO GLI ATTENTATI.


Puntuale all’appuntamento con una fase di crisi politica è arrivato purtroppo l’ennesimo
attentato. Ieri un pacco bomba ha ferito gravemente il capo di stato maggiore della Folgore, a
Livorno. La rivendicazione è stata fatta dalla solita sigla anarchica.




L’INFLAZIONE MORDE. TASSI DI INTERESSE IN CRESCITA. E I BUCHI DELLE
BANCHE IRLANDESI RISCHIANO DI SCATENARE LA BUFERA.


L’inflazione ha toccato il 2,5 per cento in Italia su base annua. Anche nel resto dell’Europa i
prezzi al consumo stanno crescendo. Questo significa che la banca centrale europea deciderà
presto l’annunciato aumento dei tassi di interesse. Altre brutte notizie sono arrivate ieri.Le
banche irlandesi hanno un buco di 24 miliardi di euro. L’Irlanda avrà bisogno di altri aiuti.
Problemi che si vanno ad aggiungere a quelli di Portogallo, Grecia, Spagna. Dal Corriere della
Sera: “Tutte queste incertezze non fanno che aumentare il nervosismo dei mercati intorno ai
Paesi più fragili…Il rendimento dei titoli di Stato irlandesi ha toccato il 10,18%; quello dei titoli
portoghesi l`8,149. Sono tassi a lunga scadenza insostenibili, secondo gli esperti. E c`è anche
l`allarme che giunge dallo spread, la differenza di rendimento fra i bond decennali portoghesi e
i Bund omologhi tedeschi: ormai supera il 5%. Lisbona ha annunciato che il suo deficit
di bilancio tocca l`8,6% del Pil, oltre un punto in più del deficit previsto dal governo. Il quadro
lo completano le agenzie di rating: Moody`s minaccia declassamenti a Dublino (oggi a quota
Baa), Standard &Poor`s avverte che potrebbe togliere l`Irlanda dalla fascia «A». Forse è
cominciata una primavera di tempeste”.